il resoconto della Transardinia scritto da Marco C.

...da alcuni anni seguivo, “di sponda”, con interesse le proposte di alcuni operatori lagnandomi sovente perché non venivano rese disponibili tracce GPS o indicazioni di massima per l’auto-gestione del percorso.
L’assistenza di una guida, la jeep al seguito, è garanzia di sicurezza nel percorso ma è proprio questa “tranquillità” che sottrae all’evento una grossa quota adrenalinica che è rappresentata dal fatto di gestirsi la logistica in un territorio così complesso.
Quando perciò ho colto che i fratelli Actis, compagni di tante gite sugli sci, avevano in cantiere la Transardinia autogestita mi si sono drizzate le antennine e mi sono passivamente accodato a loro, certo della loro serietà, pignolosa preparazione, e competenza.
La chiave di volta che ha reso possibile questa traversata è la disponibilità sul sito http://www.transardinia.net di una SERIA traccia GPS che, opportunatamente affiancata alla cartografia, definisce ad ogni bivio quale strada seguire.
E di bivi in Sardegna ce ne sono davvero tanti….
L’autore, probabilmente non compreso da alcuni, che ha reso accessibili tali tracce lo avevo già contattato via e-mail e si era dimostrato persona scrupolosa ed affidabile. Già dalle prime settimane in cui maturava qualcosa di più serio che la vaga idea a fare la TS avevo acquistato da lui la mitica maglietta rossa…
Abbiamo poi avuto la fortuna di conoscere di persona Giorgio durante il ns primo pernottamento presso l’agriturismo Ertila presso Mamone la sera di martedì 23 agosto. Nonostante risieda a Cagliari si sposta molto frequentemente lungo tutta la Sardegna per testare in continuazione eventuali variazioni al percorso, variazioni che si concretizzano in continui aggiornamenti alla traccia GPS su Internet….
Bella voglia!!!
La Transardinia che abbiamo percorso noi è la Ts  “Classica” sul versante orientale (...)
Abbiamo concretamente iniziato a pedalare da Olbia intorno alle ore 8,00 di martedì 23 agosto per fermarci lunedì 29 nel pomeriggio dopo avere percorso oltre 467 km e superato 11.595 metri di dislivello...

....L’utilizzo del GPS è assolutamente indispensabile se si vogliono percorrere le strade sterrate/sentieri.
Le sole carte (laddove disponibili anche se al 25mila) sono imprecise, non aggiornate, vaghe, quando non addirittura fuorvianti. Non tanto per una colpevole responsabilità degli editori quanto per la rapidità della mutazione nelle condizioni del fondo delle strade, permessi di transito, frane, attività militari in corso, incendi, presenza di cancelli più o meno valicabili. Il numero di piste e di conseguenti bivi è impressionante. Per cui non solo è inevitabile affidarsi ad un valido GPS ma occorrerà anche avere una traccia con il maggior numero di punti possibili ed essere esperti nell’utilizzo dello strumento (io mi sono vergognosamente affidato al nostro vate….)
Resta valida, qualche volta, la possibilità di “saltare” un tratto di percorso optando per il più agevole asfalto (nonostante la nostra profonda fede fuoristradistica siamo arrivati qualche volta a ringraziare per la presenza di asfalto su alcune varianti….) risparmiando tempo ed energie.
Su alcune di queste varianti il traffico automobilistico è pressoché inesistente. Va da sé che sulle strade bianche si possano passare ore ed ore senza incontrare esseri umani né scorgere anche solo un manufatto umano… frequenti invece incontri con maiali selvatici, mandrie di mucche magrissime, cavalli, cervi, cerbiatti, rapaci, capre, pecore, …
L’incontro sempre gradito che spesso non si verifica è quello con l’acqua. Il che consiglia di dotarsi di idonea scorta idrica la cui volumetria è in funzione del clima e delle proprie abitudini.
In realtà di acqua in Sardegna ce n’è ed anche di qualità ma è sottoterra e di pompe/fonti che rendano disponibile il prezioso liquido non ce ne sono tante.
Le poche, pochissime persone incontrate lungo il percorso appartenevano al Corpo della Forestale o, caso ancor più frequente, erano addetti al servizio anti-incendi, stipendiati, immagino, da qualche ente pubblico. Si trattava quasi sempre di persone… genuine, immediate, gentilissime, che ci offrivano da bere e non di rado, da mangiare, che vivevano durante il giorno in strutture più o meno semplici, probabilmente auto-costruite e posizionate strategicamente ai fini della prevenzione degli incendi, terribile minaccia per una terra arida e secca come l’interno della Sardegna.
Il senso di solitudine nel quale ci si viene a trovare, per noi abitatori di aree urbane eccessivamente abitate, rende indispensabile una certa predisposizione psicologica.
Oserei quasi dire che è anche una prova di carattere mentale “reggere” il senso di solitudine di cui ci si circonda. Arrivare in un paese o al luogo del pernottamento la sera è un po’ come ritrovare la persona che eravamo alla partenza, quasi un viaggio dentro e fuori se stessi.
Gli agriturismi frequentati si sono dimostrati tutti di livello medio se non ottimo. In qualche caso ci sono stati offerti olio per lubrificare le bici, una gomma con l’acqua per il lavaggio. Va da sé che più le strutture sono di carattere “industriale” (grandi alberghi) minore è l’attenzione per il piccolo ciclista mentre i più modesti agriturismi ci hanno consentito di lavare e stendere agevolmente i nostri vestiti sudati, cosa non facile nei grandi complessi alberghieri.
Anche l’attenzione alla cena offerta era inversamente proporzionale alla volumetria della struttura ospitante. Standardizzazione e globalizzazione vanno puntualmente a detrimento della qualità dell’offerta. Ovunque comunque acqua calda ed elettricità ci hanno consentito di lavare i ns vestiti e ricaricare l’armamentario elettrico-elettronico che noi figli del III millennio ci portiamo inesorabilmente appresso.
Le bici non hanno evidenziato particolari problemi. Ciò grazie ai preventivi investimenti decisi prima della partenza: coperture e pastiglie dei freni nuove, sostituzione di tutte quelle parti usurate, più soggette a possibile rottura. Walter aveva anche un copertone di ricambio. Lungo il percorso non vi sono ciclisti salvo ad Oliena (non specializzato valido quindi per riparazioni di lieve entità); la cittadina di Nuoro si trova a dodici km di asfalto da Oliena ed ha un valido ciclista ma occorre deviare dal percorso.
In merito all’allenamento è richiesta più che una grande abilità sul tecnico una grande resistenza allo sforzo prolungato ma mi permetto di evidenziare l’aspetto psicologico, ovvero serve soprattutto una forte motivazione. Ogni giorno pedalavamo dalle ore otto circa fino alle 18 o 19. La colazione non ci veniva sempre servita prestissimo, cosa che avremmo gradito perché al mattino le temperature erano più sopportabili. Intorno a metà tappa, anche per sfuggire alla calura, in alcuni giorni insopportabile, ci si fermava per consumare un magro spuntino fatto di ciò che ci portavamo appresso se non era disponibile un bar. I prezzi ovunque sono contenuti. La birra Ichnusa padroneggia ovunque e viene servita gelata, una vera chicca per i ciclisti assetati. Occorre non esagerare pena l’assopimento garantito nel pomeriggio…

CRONACA del VIAGGIO
Mart 23/8 da Olbia a Mamone km effettivi 76 per dislivello mt 2265
Ottimo viaggio con passaggio ponte su linea MOBY. Ormai i “poveri” pontisti dispongono di materassoni gonfiabili con pompe elettriche che si allacciano alla rete da 220 V. della nave. Noi in puro stile wild-wild-west abbiamo dormito sul crudo pavimento con un sottile strato divisorio che ha evidenziato la rude & spartana grezzitudine dei tre transardinia-men…
Dopo una ventina di km di asfalto abbandoniamo la comoda strada per entrare nel regno dello sterrato… salite impegnative e poco asfalto dove non incontriamo neanche un’auto.
L’arrivo è in discesa all’agriturismo Ertila poco distante dalla frazione Bitti di Mamone.Trattamento principesco, solo noi e per cena ci raggiunge Giorgio, lo stesso che ha reso disponibili le tracce GPS in rete.
Merc 24/8 da Mamone a Oliena km effettivi 57 per dislivello mt 1210
Veloce discesa passando nei pressi della casa circondariale (leggi carcere) più simile ad un albergo che ad una casa di pena. Pare che i detenuti siano ladruncoli che in regime di semi-libertà lavorano all’esterno e rientrano per cena. Una sorta di mezza pensione coatta… noi presto ci imbuchiamo in stradine sterrate, lunga discesa su terreno sconnesso. L’arrivo ad Oliena sarà faticoso per via della interminabile salita. All’arrivo presso l’albergo CIKAPPA due ragazzini messi a guardia del locale sono gli unici gestori. Non aspettandoci ci invitano a ritornare due ore dopo… non fosse stato per la pazienza di flavio e walter me ne sarei andato, invece con una telefonata rintracciano il gestore che scusandosi ci raggiunge in 15 minuti. Aria condizionata ed una ottima cena mi fanno dimenticare l’infelice esordio. Dopo cena passeggiamo per il paese e la via del centro è interdetta alle auto e strapiena di tavolini con gente di tutte le età a godersi la frescura serale. Gelato e nanna.
Giov 25/8 da Oliena a Orgosolo km effettivi 41 per dislivello mt 1765
Da Oliena usciamo presto percorrendo una lunga strada ripidissima cementata che adduce al Monte Maccione. Dal parcheggio, tutto all’ombra fortunatamente, un interminabile traverso ci sposta verso sud-est. Di Orgosolo non vediamo neppure una casa perché l’arrivo all’Hotel “Monti del Gennargentu” è in un altipiano selvaggio, ricorda certe zone desertiche dell’Africa. Un basso lago, qualche rara pianta, “un paio di ippopotami non starebbero neppure male” penso. Ovviamente, nonostante le mail di conferma delle prenotazione di cui flavio ha copia cartacea, anche qua non siamo aspettati ma non c’è nessun problema. In mezz’oretta la ns stanza in un confortevole bungalow, è pronta e cena e colazione si riveleranno di alto livello. Solitamente la cena è innaffiata da Cannonau a volontà che con i suoi leggiadri 14 gradi concilia il sonno, qualora non ci fossero bastati gli sforzi pedalatori.
Ven 26/8 da Orgosolo a Arzana km effettivi 69 per dislivello mt 1590
Bellissima tappa il cui esordio non risulta spaventoso (digerire le abbondanti colazioni sarde, quasi sempre a base di latticini, su pendenze sostenute è sempre traumatico) in cui percorriamo una piacevole zona pianeggiante, sembra un parco del Kenia, fino a giungere alla consueta casa forestale dove scambiamo quattro chiacchiere con un simpatico addetto.
Poi si esce dalla zona bosco e si comincia a salire, transitando nei pressi del monte Fumai. Scopriremo dopo un paio di ore il giro di 270 gradi che ci siamo fatti per arrivare ad un colle, panoramico, da cui inizia una lunga discesa in un territorio assolutamente disabitato. Con un telefono satellitare ci si sentirebbe ancora legati al mondo civile… speriamo non succeda nulla. Fortunatamente anche le fonti di acqua, seppur rare, si trovano, e sono anche fresche!
Poco prima dell’arrivo ad Arzana, paese che non ho trovato particolarmente attraente, walter buca ma scendiamo sulla interminabile strada sterrata gonfiando più volte la ruota. Anche qui si erano fumati la ns prenotazione ma veniamo sistemati in una panoramica stanzetta con magnifica vista sulla piazza principale del paese. Fino alle 2,30 del mattino la frizzante gioventù arzanese ci accompagna con l’effervescenza tipica del venerdì sera impedendoci di dormire. Chiudere la finestra non si può, il condizionatore non funziona, cosicchè l’indomani saremo un po’ più rintronati del solito…
Sab 27/8 da Arzana a Seui km effettivi 73 per dislivello mt 1685
Felice di lasciare Arzana iniziamo su asfalto salendo subito e costeggiando la strada che porta all’Osservatorio Astronomico. Mi stupiscono alquanto le numerose pubblicità di un happening di atletica leggera internazionale tenutosi allo stadio di Arzana pochi giorni prima…
Nella giornata di oggi percorreremo con le bici anche un tratto di strada ferrata!!! Incredibile, che avventura! La rete non è dismessa ma circolano due o tre convogli durante tutto il giorno! Il trenino è a scartamento ridotto e parte da Arbatax. Funziona soltanto nei mese estivi sebbene nel 2010 una discreta affluenza abbia indotto i gestori a prolungarne il funzionamento anche in ottobre. La pensioncina di Seui è un graziosissimo B&B gestito da una giovane mamma, gentile e carina. Ci spedisce per cena in un ristorante nei pressi dove io, reduce della calura giornaliera, trascinerò walter e flavio a cenare sul balcone per rischiare un congelamento… peccato perché la cena era ottima!!!
Dom 28/8 da Seui a Armungia km effettivi 72 per dislivello mt 1830
A malincuore lasciamo Seui, grazioso paesino che ci ha trattati davvero bene e riprendiamo la lunga marcia che ci vedrà percorrere un interminabile discesa su strada sterrata per risalire gli ultimi tre km su asfalto fino all’abitato di Armungia dove una ex-caserma dei CC, trasformata in delizioso rifugetto, ci vedrà coccolati da una sorta di ex-capò affettuoso ma molto bravo ai fornelli. Mangerò infatti talmente tanto da stare male la sera. Ci siamo, come in tutte le piccole strutture, soltanto noi e stiamo come dei pascià.
Lun 29/8 da Armungia a Cagliari km effettivi 78 per dislivello mt 1250
Sob, quasi mi dispiace essere arrivati alla fine. La tappa finale in realtà ci impegna notevolmente. Raggiungiamo la sommità di un monte con discreta fatica ma il tempo per consolarci con l’infinito panorama è breve perché dobbiamo toglierci da questo enorme altipiano e poi iniziare la lunga discesa verso la piana di Cagliari. Quando vediamo il mare in lontananza abbiamo ancora qualche ora prima di raggiungerlo, sebbene sembri lì, a portata di pedale. Lungo l’estesissima spiaggia del Poetto, ovvero il buon ritiro marittimo dei cagliaritani, ci godiamo il meritato bagno di fine viaggio anche se l’acqua è gelida. Ciò non risulta sufficiente a farci rinunciare ad un paio di birre medie, sempre accompagnate da patatine & similari, prima di rimetterci in sella per entrare nella caotica atmosfera urbana di Cagliari e fermarci al ns hotel, un “turistico” alloggiamento che nulla ha a che fare con l’ambiente familiare e caldo delle passate serate. Cena in una pizzeria della catena “rosso-pomodoro” identica a quella che si trova a torino, aosta, bruxelles e in parecchie città europee. I prezzi sono ormai quelli continentali, niente più Ichnusa da 66 cl ad un euro…
Mart 30/8 giretto per Cagliari e treno con destinazione Olbia
Giro turistico a piedi in cui visitamo Cagliari godendo del bellissimo quartiere centrale “il Castello” e dei tre altri quartieri che compongono la città. Giorgio ci raggiunge in un bar del centro e prendiamo un caffè insieme scambiandoci impressioni e pareri di alcuni tratti. Alle 15,00 saliamo sul treno per Cagliari con due cambi. Alle 22,30 quasi puntuale la nave della Tirrenia salpa da Olbia per attraccare a Genova alle 14,30 del giorno dopo. Lo sbarco con le biciclette è quasi meglio che quello pedonale!
Mer 31/8 recupero auto a Genova e rientro a Torino
Negli immediati pressi dello sbarco, approfittando della festa del PD, ci concediamo un pranzetto ristoratore a base di pizze farcite e focaccia di Recco. La birra non è più l’Ichnusa dei giorni scorsi ma non stona. L’auto è stata lasciata ad alcuni km dal porto perché è tutta zona disco ed occorre pagare. Con pochi km, che oltretutto possono essere ben spesi se si attraversa il favoloso centro storico di GENOVA, si parcheggia a gratis in zone forse anche più sicure. Purtroppo all’arrivo constatiamo la foratura di una ruota dell’auto il che ci ritarda di una mezz’oretta il rientro che comunque avviene senza problemi.